Gianni Berengo Gardin
Palazzo Ducale – Sassuolo
Fino al 3 Novembre 2024

di Redazione Spectrum Web
2 Ottobre 2024110

Fino al 3 Novembre 2024, il Palazzo Ducale Sassuolo – Gallerie Estensi, nei suggestivi spazi delle Sale della Musica, degli Incanti e dei Sogni, accoglie la mostra Gianni Berengo Gardin. Marazzi, le linee veloci, a cura di Alessandra Mauro, realizzata in collaborazione con Gallerie Estensi, Contrasto, Fondazione Forma per la Fotografia e Archivio Gianni Berengo Gardin.

L’esposizione, che presenta una selezione di scatti inediti mai esposti al pubblico, celebra i cinquantanni anni del rivoluzionario brevetto della monocottura rapida di Marazzi, che, nel 1974, ha trasformato il settore ceramico.

Gianni Berengo Gardin, con una serie di fotografie realizzate nel 1977, cattura il dinamismo delle nuove linee produttive, distinguendosi per un uso sorprendente del colore. In un’opera unica nel suo genere, l’artista abbandona la sua classica fotografia in bianconero per esplorare la velocità e il flusso vibrante di forme e tonalità, offrendo una visione astratta e inusuale del processo produttivo.

 

 

 

Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure 1930)

Dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si stabilisce a Milano, dove comincia la carriera professionale dedicandosi alla fotografia di reportage, d’indagine sociale, di architettura e di documentazione ambientale. Ha collaborato con le principali testate italiane ed estere, ma si è dedicato soprattutto ai libri, pubblicando quasi trecento volumi fotografici. Le sue prime foto sono state pubblicate nel 1954 sul settimanale Il Mondo, diretto da Mario Pannunzio, di cui è stato collaboratore fino al 1965. Dal 1966 al 1983 ha realizzato per il Touring Club Italiano un’ampia serie di volumi sull’Italia e sui Paesi europei. Ha lavorato per l’Istituto Geografico De Agostini di Novara e per l’industria (Olivetti, Alfa Romeo, Fiat, IBM, Italsider, ecc.). Dal 1979 al 2012 ha documentato le fasi di realizzazione di molti progetti architettonici di Renzo Piano. Ha realizzato oltre 360 mostre personali in Italia e all’estero. Ha partecipato alla Photokina di Colonia, all’Expo di Montreal nel 1967 e all’Expo di Milano nel 2015, alla Biennale di Venezia e alla celebre mostra “The Italian Metamorphosis, 1943-1968” al Guggenheim Museum di New York nel 1994. Tra le personali più recenti, si segnalano nel 2016 Vera fotografia. Reportage, immagini, incontri al PalaExpo di Roma, che ne ha ripercorso la lunga carriera attraverso i principali reportage e oltre 250 fotografie, e nel 2022 l’ampia retrospettiva L’occhio come mestiere al MAXXI di Roma. Nel 2014 a Milano e nel 2015 a Venezia, in collaborazione con il FAI, ha esposto l’importante reportage di denuncia sul passaggio delle grandi navi a Venezia. Tra i numerosi premi e riconoscimenti si ricordano: nel 1981 il Premio Scanno per il miglior fotolibro dell’anno con India dei villaggi; nel 1990 il Premio Brassaï a Parigi, dove è invitato d’onore al Mois de la Photo; nel 1995 il Leica Oskar Barnack Award ai Rencontres Internationales de la Photographie di Arles, per il reportage sui campi nomadi di Firenze; nel 1998 il Premio Oscar Goldoni per il miglior fotolibro dell’anno con Zingari a Palermo; nel 2008 a New York il prestigioso Lucie Award alla carriera, già assegnato a Henri Cartier Bresson, Gordon Parks, William Klein, Willy Ronis, Elliott Erwitt. Nel 2009 riceve la Laurea Honoris Causa in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 2014 il Premio Kapuscinski per il reportage e nel 2017 il Leica Hall of Fame Award. Le sue immagini fanno parte delle collezioni di importanti musei e fondazioni culturali, tra cui l’Istituto Centrale per la Grafica e il MAXXI di Roma, il MOMA di New York, la Bibliothèque Nationale e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi, il Musée de l’Elysée di Losanna, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid.