Moira Ricci
Mu.Fo.Co. – Cinisello Balsamo
Fino all’1 Dicembre 2024

26 Ottobre 202463

© Moira Ricci

 

Fino all’1 Dicembre il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, unico museo pubblico in Italia dedicato alla fotografia contemporanea e all’immagine tecnologica, espone 20.12.53 · 10.08.04 di Moira Ricci, a cura di Roberta Valtorta. Il progetto è vincitore del Bando PAC2021-Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, che ha portato all’acquisizione da parte del Museo del intero corpus di 50 opere costituenti la serie e alla realizzazione di un volume bilingue a cura di Roberta Valtorta.

La serie ha origine da una selezione di fotografie scelte dall’artista tra gli album di famiglia, nelle quali lei stessa si inserisce con un intervento digitale accanto alla madre, con il proprio autoritratto contestualizzato visivamente, esteticamente e temporalmente nel modo richiesto dalle mode delle varie epoche rappresentate.

Nelle parole della curatrice: «L’idea, confinante con un gesto di tipo apotropaico è unica e chiara perché risponde a un bisogno assoluto: autoritrarsi e ancora autoritrarsi, farlo più volte e inserire la figura di sé stessa all’età attuale nelle fotografie di famiglia in cui compare Loriana in tutte le età della sua vita» e ancora «Moira intende essere partecipe di ogni età della madre. Non saranno mai più insieme, ma lo saranno per sempre nella dimensione virtuale, ma ben visibile, delle immagini fotografiche».

Il titolo 20.12.53 · 10.08.04 fa riferimento alle date di nascita e di morte della madre Loriana, che Moira Ricci perde d’improvviso all’età di 27 anni, proprio nel periodo in cui la sua vita d’artista comincia a prendere forma. Ha inizio così un lungo percorso di accettazione della perdita che trova espressione tramite la pratica artistica, nel corso dei dieci anni seguenti. L’artista si trasforma, con la sua presenza nell’immagine, in una sorta di angelo custode che accompagna la madre per tutta la sua esistenza, osservandola e avvertendola con il suo sguardo fisso, ora deciso, ora amorevole, ora pensieroso.

Questo lavoro di ricerca, basato sull’indagine autobiografica e sulla riflessione della storia familiare segna il punto di maturazione della poetica dell’artista. Del processo creativo, che accompagna Moira Ricci in un percorso di crescita personale da ragazza a donna, racconta la curatrice della mostra Roberta Valtorta: «Anno dopo anno, aggiunge un’immagine all’altra, una ogni tanto: si spinge molto al di là di una elaborazione del lutto, va oltre il duro percorso che dalla negazione porta all’accettazione, tessendo un’ampia tela di pensieri che rappresentano la costruzione di sé stessa».

L’accurato e meticoloso lavoro di prelievo, camuffamento e postproduzione trasforma la fotografia familiare di partenza in un’opera contemporanea in profondo dialogo tra memoria e tempo. In questo modo l’artista pone le basi di un linguaggio innovativo ante litteram, dando vita ad un potente “effetto realtà” creato dalla finzione digitale che si innesta con sapienza e delicatezza nella fotografia analogica.

Accompagnate da semplici didascalie, le cinquanta opere in mostra si susseguono in libera sequenza, in un flusso temporale non cronologico che coinvolge l’osservatore in una narrazione intima e familiare.

 

 

 

Moira Ricci (Orbetello 1977)

Ha studiato presso il CFP Bauer di Milano, conseguendo nel 1998 il diploma in fotografia. Ha poi proseguito gli studi nelle discipline Arti multimediali e Comunicazione visiva presso l’Accademia di Belle Arti di Milano, diplomandosi nel 2004. L’artista vive e lavora fra Milano e Grosseto. Nella sua opera, spesso di ispirazione autobiografica, Moira Ricci esplora i temi dell’identità personale e sociale, nonché i miti della quotidianità. Lavora moltissimo sulla memoria e sulla manipolazione di un immaginario personale che si intreccia a storie, leggende e ricordi ambientati soprattutto nei territori della Maremma. La sua ricerca artistica indaga i temi dell’identità individuale e sociale, della storia familiare, della casa e del legame originario con il territorio, intrecciando invenzione tecnologica a riscoperta dell’immagine di appartenenza popolare.