Edward Burtynsky
M9 – Mestre
Fino al 12 Gennaio 2025

di Redazione Spectrum Web
6 Novembre 202495

Dopo il successo mondiale della mostra Anthropocene, esplorazione multimediale che documentava l’indelebile impronta umana sulla terra, il fotografo Edward Burtynsky continua la sua indagine sull’impatto dell’azione umana sul pianeta attraverso una nuova mostra che arriva in anteprima italiana all’M9 – Museo del ’900 di Mestre, dopo la sua premier alla Saatchi Gallery di Londra, dove rimarrà visitabile fino al 12 Gennaio 2025.

La mostra è la più ampia antologica sugli oltre quarant’anni di carriera del grande artista canadese che ha dedicato la sua vita a testimoniare l’impatto ambientale del sistema industriale sul nostro pianeta. Il lavoro di Burtynsky si concentra su quelle che l’artista descrive come “le incursioni industriali su larga scala nel pianeta”.

Attraverso una profonda comprensione storica della creazione delle immagini e una impressionante padronanza del mezzo fotografico, Burtynsky invita i suoi spettatori a guardare luoghi che esistono al di là della nostra esperienza comune, luoghi che soddisfano i nostri desideri e bisogni del presente ma che, allo stesso tempo, determinano il futuro del nostro habitat.

Le grandi fotografie di Burtynsky si presentano a un primo sguardo come affascinanti e indecifrabili campiture di colori e di forme astratte, che lasciano gli osservatori sospesi di fronte a oggetti naturali o antropici spesso non immediatamente intellegibili, ma capaci di attirarli dentro l’opera.

Curata da Marc Mayer, già direttore della National Gallery of Canada e del Musée d’Art Contemporain de Montréal, con progetto allestitivo di Alvisi Kirimoto, l’esibizione propone oltre ottanta fotografie di grande formato, dieci murales ad altissima definizione, un’experience di realtà aumentata e un’inedita sezione, chiamata Process Archive, che mostra gli strumenti e le fotocamere usate negli anni da Burtynsky nel corso della sua instancabile navigazione intorno al mondo, inclusi quei droni che gli hanno permesso di allargare ulteriormente l’obiettivo delle sue fotocamere.

Nel corridoio del secondo piano di M9 è esposta, inoltre, una serie di fotografie della campagna fotografica commissionata a Burtynsky dalla Fondazione Sylva nel 2022 per testimoniare gli effetti della Xylella sugli olivi pugliesi: un disastro ambientale che ci permette di cogliere e misurare concretamente gli effetti del cambiamento climatico anche sul nostro Paese.

Infine, la nuova sala M9 Orizzonti è stata impiegata per proiettare in modalità immersiva e per la prima volta in Italia, lo spettacolare e pluripremiato cortometraggio In the Wake of Progress (2022), coprodotto da Burtynsky assieme al celebre produttore musicale Bob Ezrin e con le musiche originali del compianto Phil Strong.

 

 

 

Edward Burtynsky (St. Catharines 1955)

È considerato uno dei fotografi contemporanei più affermati al mondo. Le sue straordinarie rappresentazioni fotografiche di paesaggi industriali globali rappresentano oltre 40 anni di impegno nel testimoniare l’impatto dell’uomo sul pianeta.  Le sue fotografie sono presenti nelle collezioni di oltre 80 musei di tutto il mondo. Tra le principali mostre si ricordano Anthropocene (2018) esposta presso il MAST di Bologna; Water (2013) organizzata dal New Orleans Museum of Art & Contemporary Art Center, Louisiana; Oil (2009) presso la Corcoran Gallery of Art di Washington D.C.; China e Manufactured Landscapes(2003) presso la National Gallery of Canada.
Tra i numerosi riconoscimenti, di recente ha ricevuto il Premio PhotoESPAÑA 2023 alla carriera e il Premio Pino Pascali. Burtynsky è stato anche una figura chiave nella produzione della premiata trilogia di documentari Manufactured Landscapes (regia di Jennifer Baichwal, 2006), Watermark (regia di Baichwal e Burtynsky, 2013) e ANTHROPOCENE: The Human Epoch (regia di Baichwal, Nicholas de Pencier e Burtynsky, 2018). Tutti e tre i film continuano a partecipare a festival in tutto il mondo.