Erik Kessels
Che Sbaglio!
Phaidon

di Enzo Gabriele Leanza
21 Ottobre 202487

Nel 1511 l’olandese Erasmo da Rotterdam scriveva L’elogio della Follia; nel 2016 l’olandese Erik Kessels ha scritto un elogio del fallimento intitolato più sinteticamente Che Sbaglio! Cos’hanno in comune questi due “trattatisti” oltre alla medesima origine? Innanzitutto quello di aver scelto come oggetto della loro ricerca due aspetti della vita dell’uomo socialmente non accettabili. Poi quello di aver utilizzato, per parlarne, un linguaggio fortemente ironico.

Lasciando l’analisi del testo dell’antenato agli esperti di cultura umanista, concentriamoci sull’opera del “nipote” nostro contemporaneo, che è uno dei creativi più “folli” che la nostra epoca abbia prodotto.

Pubblicitario per professione, artista per passione, comunicatore per vocazione, Erik Kessels ha rivoluzionato, con i suoi lavori nell’ambito dell’advertising, ma anche con quelli più strettamente connessi con il sistema dell’arte, il modo di vedere e di utilizzare le immagini prodotte da questa nostra società che ormai si è trasformata essa stessa in immagine.

Ma di cosa si può parlare in un libro dedicato ai “fallimenti”? Innanzitutto “del coraggio di commettere errori spettacolari” perché si è andati alla ricerca “dell’ignoto, che è sicuramente più eccitante” del “conformarsi alla noia e alla monotonia”.

Con questo spirito di sfida e di ricerca che ben venga allora lo sbaglio, spesso foriero di grandi passi dell’evoluzione umana, che partendo proprio da un “insuccesso epico” è riuscita a progredire molto più rapidamente di quanto avrebbe fatto adagiandosi a ripercorrere le strade conosciute.

Ma cosa c’entra la fotografia in tutto ciò? C’entra perchè Kessels è il più bravo tra gli artisti che, come “croupier del contemporaneo”, giocano con tutti i mazzi di carte (fotografiche) possibili. I suoi “oggetti d’affezione”, le fotografie già fatte e spesso mal digerite da altri, li trova ovunque, dal web ai mercatini delle pulci e li “colleziona” sempre con il malcelato progetto di farne qualcosa d’altro; trasformandole di fatto in pretesti per ragionare con ironia sulla società contemporanea.

Giocando in questo modo, Kessels ha pubblicato decine di libri monografici, tra i quali questo sui fallimenti, in cui, a partire da un nutrito corredo d’immagini (anche di grandi nomi come Eijkelboom, Fontcuberta, Piller e Schimd), costruisce una vera e propria teoria dell’errore che coinvolge a tal punto il lettore da trasformarsi, pagina dopo pagina, in un’appassionante estetica dello sbaglio.

Dopo aver letto questo piccolo libretto del creativo olandese, avremo certamente uno sguardo più indulgente nei confronti di chi sbaglia e forse pretenderemo meno perfezione anche da noi stessi, godendoci di più anche quello che non abbiamo saputo fare nel migliore dei modi. Sfogliando il libro troveremo numerosi “errori”, casi particolari utilizzati, induttivamente, a supporto della teoria generale, scandita, con ironica saggezza, da titoli dal sapore vagamente dadaista. Se Non rispettate le regole o Non seguite l’ispirazione possono essere lette come delle blande provocazioni, Apologia dell’illogico ed Elogio dell’idiozia sicuramente creano forti “spiazzamenti”. Dall’Ave insuccesso a L’allegro insuccesso il passo è breve, soprattutto se in mezzo transitano concetti come Sbagliare per distinguersi, I vostri errori possono cambiare il mondo o Gli scarti altrui saranno il vostro capolavoro. Le fotografie chiariscono i concetti, mostrando come spesso la casualità, che sia espressa da un Attacco del dito gigante o da un fantasmatico cane nero impossibile da fotografare, possa diventare sistema espressivo, a tal punto da costruirci sopra un libro tanto sbagliato da essere stato brossurato all’inverso.

 

Editore: Phaidon (London) – Anno: 2017 – Pagine: 168 – N. Illustrazioni: 95 – Dimensioni: 17,7x12x1,6cm – Rilegatura: Brossura con alette – Testi: Erik Kessels – Lingua: Italiano – Traduzione: Raffaella Esposito – ISBN: 9780714875040